Ori: ho bisogno di te.

Sono passati quasi due mesi dall’ultimo articolo pubblicato su questo blog.

Ci siamo lasciati con delle riflessioni sulla consapevolezza mentale, sulla meditazione e sul candomblé come proposta per entrare in contatto con sé stessi in modo autentico.

Tanti di voi hanno fatto delle domande (se ne avete altre, scrivete qui!) su “come fare” per cominciare a conoscersi.

Sicuramente il primo passo è quello della lettura delle conchiglie, per sapere chi sia l’orixà reggente, dove siano le nostre radici spirituali, quale sia il nostro odu (destino) e se si stia percorrendo la strada giusta.

A volte le risposte che si ottengono dalle conchiglie sono così sorprendenti che si fa fatica ad accettarle.

Qui entrano in gioco la fede (negli orixas) e la fiducia (nel Pai de Santo).

Per quanto riguarda la prima, non ho consigli da dare: la fede è una scintilla che tutti abbiamo, sta a noi soffiare perchè diventi una fiamma.

Credere può fare paura, perchè ci fa sentire irrazionali e vulnerabili, ma la fede coltivata con consapevolezza è una potentissima arma nelle nostre mani per evolverci spiritualmente e migliorare le nostre condizioni materiali.

Sulla fiducia nel Pai de Santo mi sento invece di spendere qualche parola, perchè esistono degli elementi indiziari, al di là dell’istinto, che consentono di valutare la persona con cui stiamo parlando (vi rimando all’articolo “ancestralità e fiducia” pubblicato su questo blog).

Ma una volta che crediamo nell’aiuto degli orixas e ci fidiamo della nostra guida spirituale, cosa ci trattiene dal compiere i passi necessari per abbandonare tutto quello che non funziona e cominciare a percorrere la nostra vera strada?

Semplice: il nostro ori.

Nessun orixa può nulla nella nostra vita se il nostro Ori, la nostra testa, non lo consente.

Questa preminenza del libero arbitrio è importantissima e spesso trascurata.

Molte persone commettono l’errore di chiedere aiuto ponendosi come soggetti passivi dell’energia degli Orixas.

Non è così: se il nostro Ori non lo permette, nessun cambiamento può accadere nella nostra vita.

Ori è la nostra testa, il nostro intelletto: la nostra volontà.

Dobbiamo prenderci cura del nostro Ori ancora prima che dei nostri orixas, perchè solo un ori equilibrato e carico di energia positiva, ci consentirà di fare le scelte giuste e lasciare entrare gli orixas nella nostra vita.

Ricordo che la prima volta la prima volta nella mia vita che feci il jogo de buzios, Pai Odé mi disse che dovevo fare un ebo (un’offerta) e poco dopo mi consigliò di fare un importante rituale per nutrire il mio ori.

Non sapevo nulla, non conoscevo niente ma ebbi fede e mi fidai.

Prendermi cura del mio Ori è stato il primo passo di un percorso di rinascita.

Posso dire di conoscermi davvero adesso? sicuramente ancora no, ma se non altro so che nella mia vita non ci sono più domande senza risposta: tutto accade per una ragione, tutto accade perchè il mio Ori lo permette.

Axé.

La genziana è il fiore della determinazione.

La genziana è il fiore della determinazione.

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